Omoda 5

Ecco le auto cinesi che piacciono agli italiani

Nel 2025 il mercato italiano conta 18 marchi cinesi, divisi tra brand ufficiali e rimarchi italiani. BYD, DFSK, Xpeng e DR tra i più attivi.

A luglio 2025, il panorama automobilistico italiano è sempre più influenzato dalla presenza cinese. In pochi anni, le Case orientali hanno ampliato la propria offerta fino a diventare protagoniste silenziose ma ben riconoscibili sulle strade del nostro Paese.

E non si tratta solo di numeri: l’efficacia delle strategie di prezzo, la rapidità nell’introduzione di modelli ibridi ed elettrici e la capacità di adattare i veicoli alle preferenze locali spiegano il successo di questa penetrazione commerciale.

Dai marchi ufficiali alle reti di distribuzione locali

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Image: BYD

Tra i marchi presenti in modo diretto, BYD è uno dei più noti e strutturati. Nel solo mese di maggio ha raggiunto una quota dell’1,4% nel mercato italiano, grazie a una gamma interamente elettrica che comprende la Dolphin, la Atto 3 e la Han. La sua espansione procede anche con il marchio DENZA e sul fronte della rete di assistenza, con nuove aperture previste nel Centro e Sud Italia.

C’è ovviamente Omoda & Jaecoo del gruppo Chery, che con Omoda 5 e Jaecoo 7, ha mostrato una gamma davvero interessante.

A scegliere una strategia diversa ma altrettanto efficace è DFSK, marchio legato al gruppo Dongfeng. Con modelli termici, ibridi e plug-in come la Glory 500, la E5 PHEV e la IX5, DFSK si rivolge a un pubblico che cerca funzionalità e semplicità, puntando anche su promozioni stagionali che includono sconti e garanzie estese.

In parallelo, SWM propone soluzioni simili, come l’ibrido plug-in G03F Super Hybrid, con un’autonomia combinata dichiarata di oltre 1.000 km.

Un altro nome atteso sul mercato italiano è Xpeng. Dopo la presentazione di modelli come la G6 e la berlina P7, l’azienda si prepara a entrare ufficialmente con una propria rete di vendita, già annunciata per l’autunno. Anche Zeekr, Lynk & Co, Leapmotor, GAC‑Aion e Voyah sono attivi, consolidando la presenza del gruppo Geely e di altri conglomerati.

Le aziende italiane che rimarchiano

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Image: Cirelli Motor Company

Ma c’è un’altra strada, tutta italiana, che ha contribuito in modo decisivo alla diffusione dei modelli cinesi: quella dei marchi rebrand. La capofila in questo ambito è DR Automobiles, azienda molisana che da quasi vent’anni importa e adatta auto provenienti dalla Cina, principalmente da Chery e BAIC. I suoi brand – DR, EVO, ICH-X, Sportequipe e Tiger – occupano ormai stabilmente gli spazi delle concessionarie, offrendo un’alternativa riconoscibile e nazionale a chi cerca un’auto concreta a prezzi accessibili.

A Milano, invece, opera Cirelli Motor Company, realtà più recente ma con un’impostazione simile. Importa modelli da Forthing, SWM e Dongfeng, adattandoli esteticamente e talvolta tecnicamente al gusto italiano. La possibilità di installare impianti GPL di fabbrica rappresenta un elemento distintivo in un momento in cui molti automobilisti cercano risposte economiche all’elettrico ancora costoso.

La forza di un’offerta diversificata

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Image: SAIC Motor

Ciò che emerge con chiarezza è la capacità dei produttori cinesi – diretti o rimarchiati – di occupare più segmenti: dalle utilitarie cittadine ai SUV familiari, dai modelli a benzina a quelli completamente elettrici. In un mercato come quello italiano, tradizionalmente cauto nei confronti delle novità, questo equilibrio tra prezzo, tecnologia e flessibilità sta dando risultati concreti.

Ad oggi, il totale dei marchi automobilistici cinesi attivi in Italia è di 18, di cui una parte sono brand originali con presenza diretta, e altri sono rimarchiati da aziende italiane.

Elenco dei marchi cinesi in Italia (luglio 2025)

Marchi ufficiali (presenza diretta):
BYD
DENZA
OMODA & JAECOO
DFSK
SWM
Xpeng
MG (SAIC)
Zeekr
Lynk & Co
Leapmotor
Great Wall (Haval)

Marchi rebrand (aziende italiane):
DR Automobiles (con DR, EVO, ICH-X, Sportequipe, Tiger)
Cirelli Motor Company
EMC