Auto cinesi in Europa

I cinesi crescono in Europa, nonostante i dazi

I dazi europei non hanno fermato i produttori cinesi, che anzi crescono grazie a modelli a benzina o ibridi molto accattivanti

Al momento, i dazi europei sulle auto elettriche cinesi non sembra abbiano avuto effetti sull’avanzata dei costruttori della Repubblica Popolare nel Vecchio Continente. E questo perché più che sull’elettrico, stanno avanzando sull’ibrido e persino sui veicoli ICE.

I dati più recenti pubblicati da Dataforce rivelano che le vendite dei marchi cinesi nel continente sono aumentate del 64% su base annua nel mese di febbraio, raggiungendo 38.902 unità. La quota di mercato è così salita dal 2,5% al 4,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e in particolare sono BYD, SAIC-MG e Chery ad aver ottenuto i risultati migliori, ovvero quei marchi che stanno andando a presidiare quei segmenti ormai abbandonati dai costruttori occidentali.

La svolta su ibrido e termico

A dire la verità, i dazi hanno riguardato solo i veicoli elettrici, e in effetti le vendite di veicoli elettrici cinesi sono calate: a febbraio hanno perso il 3,4% su base annua. Ma dal momento che, a differenza di quelli americani, i dazi europei sono mirati, i cinesi si sono focalizzati su altro.

JAECOO 7 Super Hybrid
Image: Jaecoo

I veicoli ibridi plug-in esportati dalla Cina sono aumentati del 321%, raggiungendo 4.744 unità. Tra i modelli più venduti spiccano la BYD Seal U DM-i, la MG E-HS e la Chery Jaecoo 7 Super Hybrid, quest’ultima la più interessante e che noi abbiamo potuto provare senza riuscire a scaricare la batteria.

Anche i modelli a combustione interna hanno dato risultati significativi, e qui è Chery con Jaecoo 7 (quella non ibrida) e Omoda 5 ad aver visto i risultati migliori.

L’avanzata di BYD

C’è però un caso che supera tutti: BYD, forte anche del rapidissimo declino di Tesla. Il colosso cinese ha visto aumentare le vendite del 551% nel Regno Unito, del 734% in Spagna, dove ha goduto del boom di vendite di elettriche e ibride nella monarchia iberica, e del 207% in Portogallo (dati Dataforce e Bloomberg), puntando su un’offerta sempre più ampia, culminata con l’arrivo di Denza proprio alla Design Week di Milano che porterà il colosso a dare fastidio a Mercedes, Audi, BMW e Volvo.

byd tang 2025 road
Image: BYD

BYD, e tutti gli altri, possono contare su una forte innovazione tecnologica. Anche aziende che ancora non hanno goduto di vendite fortissime in Europa, come l’appena arrivata Changan Automobile, arriva con un’offerta aggressiva e accattivante. Il colosso a Monaco di Baviera ha di recente presentato ben nove modelli, equipaggiati con soluzioni avanzate come il parcheggio automatico controllato vocalmente e la modalità campeggio trasformabile.

Anche Xpeng si sta espandendo con decisione: dopo l’ingresso in Francia, che ha seguito quello nei Paesi Nordici, il marchio ha annunciato l’arrivo in Italia, Polonia, Svizzera, Repubblica Ceca, e Slovacchia. Il CEO He Xiaopeng ha chiarito l’intenzione di puntare sull’innovazione, e non sul prezzo, come elemento distintivo. L’obiettivo? Raddoppiare le vendite all’estero entro il 2025 e aprire oltre 300 punti vendita e assistenza in tutto il mondo.

La produzione in Europa

L’altro asso nella manica dei cinesi è la creazione di una filiera in Europa, anche in questo caso subentrando agli europei stessi che negli anni se ne sono andati.

Chery, ad esempio, ha avviato una collaborazione con la spagnola EV Motors per produrre auto a Barcellona sotto il marchio Ebro, segnando la prima produzione cinese su suolo europeo. BYD, invece, ha investito in stabilimenti propri in Ungheria e Turchia; la fabbrica ungherese entrerà in funzione nel corso del 2025, con una capacità annuale di 350.000 veicoli. BYD, inoltre, ha “fatto la spesa” di fornitori in Italia, spesso tra coloro lasciati a piedi da Stellantis.

Un approccio diverso è quello di Leapmotor, che ha stretto una partnership con il gruppo Stellantis per produrre in Polonia e, dal 2026, anche in Spagna. Nel frattempo, Xpeng, che gode della partecipazione di Volkswagen, e GAC sfrutteranno lo stabilimento Magna di Graz, in Austria, per assemblare veicoli tramite kit SKD (semi-knockdown), abbattendo così costi e dazi.

Robin Grant

Robin Grant aka Roberto Mazza è un blogger con la passione della scrittura. La sua carriera ha inizio come recensore automobilistico, dove ha affinato la sua capacità di analizzare veicoli in modo approfondito e appassionato. La sua straordinaria passione per i paesi nordici lo ha spinto a creare il sito www.noglen.eu, dove condivide la storia e la cultura affascinanti di queste regioni.